La drammatica storia di un’orca privata della sua libertà e gli effetti nocivi del vivere in cattività

Tilikum era probabilmente la più grande orca in cattività e il protagonista del documentario Blackfish. Prima di parlare della sua storia facciamo una premessa sulle orche, soprattutto su quelle in cattività.
L’orca è un mammifero marino appartenente alla famiglia dei cetacei, è considerata un superpredatore all’apice della piramide alimentare, infatti non ha predatori naturali.
Un’orca solitamente vive tra i 50 e gli 80 anni in natura, mentre tra i 30 e i 40 in cattività, infatti anche per questo motivo sono stati criticati i dipendenti del SeaWorld per aver ingannato il loro pubblico affermando che le orche vivono all’incirca 30 anni.
Le orche possiedono una parte del cervello che gli esseri umani non possiedono. Secondo gli scienziati, questa parte riguarderebbe le emozioni e la consapevolezza.
Le orche si nutrono di pesci, uccelli, pinguini e di alcuni mammiferi come leoni marini, foche, balene e delfini; tuttavia non sono considerate una minaccia per gli esseri umani, infatti gli unici attacchi che si sono verificati sono avvenuti solo in cattività, quando cioè le orche sono state sottoposte a condizioni di stress particolari conseguenti alla detenzione e all’addestramento.

I danni che vengono causati agli esemplari in cattività sono molteplici e i motivi per lasciare le orche libere sono svariati, infatti sono animali estremamente socievoli e non possono essere isolati. Si muovono in branchi (detti pod) anche di quaranta esemplari e cooperano nella ricerca del cibo.
Nei parchi acquatici vengono sfamati con del semplice pesce morto, mentre le orche necessitano di essere stimolate cacciando e di mangiare differenti cose.
Sono animali troppo grandi per trovarsi in vasche lunghe intorno ai 65 metri e profonde 6 e questo problema può creare stress ed ansia; la risposta a questa condizione pare essere quella di avere un collasso della lunga pinna dorsale. L’1% dei maschi di orca, infatti, hanno la possibilità di ritrovarsi con un collasso della pinna dorsale e, secondo i ricercatori, questo accade per la vecchiaia, per un combattimento o per lo stress. Pare, inoltre, che il 100% dei maschi di orca in cattività abbia questo problema.

Tornando a parlare di Tilikum, è stato catturato quaranta anni fa, nel 1983, al largo dell’Islanda quando era solo un cucciolo di due anni, strappato alla madre e al suo pod, la famiglia con cui avrebbe trascorso il resto della vita .Il Hafnarfjörður Zoomarine, Islanda, lo detiene per circa un anno per poi venderlo a Sealand e trasferirlo in Canada.
Qui è il più piccolo, la struttura gerarchica delle orche è matriarcale e Haida e Nootka, le due femmine, lo aggrediscono e lo bullizzano.
La sera le tre orche vengono chiuse in un piccolo box di metallo che concede solo piccoli movimenti: Tilikum presenta segni di morsi e abrasioni perché non può scappare, ma è comunque costretto a esibirsi fino a otto volte al giorno.
È al Sealand che Tilikum uccide per la prima volta: è il 20 febbraio 1991 e Keltie Byrne, 21 anni, scivola sul bordo e cade nella piscina delle tre orche. Una la afferra con i denti, trascinandola in giro per la piscina, le altre due le impediscono di uscire dalla vasca; quando Byrne, in un ultimo disperato tentativo, riesce a nuotare fino al bordo, la ghermiscono nuovamente e la tengono sott’acqua a lungo, impedendole anche di raggiungere il salvagente lanciato dagli altri addestratori, i cui comandi sono ignorati dai tre cetacei. La ragazza riemergerà tre volte prima di annegare, e il suo corpo sarà recuperato solo molte ore più tardi. Tilikum viene spostato al SeaWorld di Orlando, in Florida, il 9 gennaio 1992.

Nel frattempo Tilikum è cresciuto ed è diventato la più grande orca mai vista in cattività: un colosso di 6,9 metri, che sfiora le sei tonnellate di peso. Un animale possente e intelligente, con pinne pettorali lunghe oltre due metri, confinato in spazi ridotti. La sofferenza si evince anche dalla sua immensa pinna dorsale, alta due metri, ma ormai completamente collassata sul lato sinistro.
Nel corso della sua vita, nonostante il comportamento aggressivo che sconsiglierebbe di farlo riprodurre, Tilikum ha ventuno figli.
È la mattina del 6 luglio 1999 quando un uomo di 27 anni, Daniel P. Dukes, di Miami, viene trovato nudo e senza vita sul dorso di Tilikum all’apertura di SeaWorld. Rimasto nottetempo all’interno del parco acquatico, l’uomo si è introdotto nella vasca dell’orca che, come si legge sul The New York Times dell’epoca, potrebbe aver giocato con lui come si fa con un pupazzetto di gomma, per poi annegarlo.

L’orca “assassina” ha dunque ucciso ancora, e questa seconda morte non è stata l’ultima: la più eclatante è avvenuta il 24 febbraio 2010, quando l’addestratrice quarantenne Dawn Brancheau viene afferrata da Tilikum al termine di uno spettacolo e trascinata sott’acqua, presa dai capelli, dunque per un errore della donna, che avrebbe dovuto raccoglierli; altre testimonianze sostengono invece che l’orca l’abbia agguantata per il braccio o per la spalla.Tilikum agisce velocemente, afferra e trattiene Dawn sott’acqua, sul fondo della vasca, fino a farla annegare. I colleghi di Brancheau riescono ad attirarlo in una vasca più piccola e provano a calmarlo. Dopo 45 minuti lascerà andare il corpo sul quale, secondo l’autopsia, sono state trovate: fratture multiple, articolazioni slogate, il cuoio capelluto strappato dalla testa, il midollo spinale reciso.

Si dice anche che Tilikum le abbia strappato un braccio e lo abbia inghiottito. Dopo l’incidente Tilikum è statorinchiuso in una vasca strettissima impedendogli quasi ogni movimento.

Nonostante la terza tragedia, Tilikum torna a esibirsi nel marzo 2011, con alcune cautele per limitare il contatto ravvicinato con gli addestratori, e misure di sicurezza rinforzate. Nel marzo 2016 SeaWorld annuncia i problemi di salute di Tilikum, che morirà il 6 gennaio 2017 per una polmonite batterica. Dopo una prigionia lunga 34 anni.

In questa storia ci sarà mai un vero e proprio colpevole? Sarà forse l’orca che ha ucciso tre persone innocenti che stavano semplicemente svolgendo il loro lavoro, oppure sarà l’uomo che ha sottratto con forza un cucciolo dalla propria famiglia, privandolo per tutta la vita della sua libertà per il guadagno?
Molte orche in cattività si suicidano non sopportando la condizione in cui si trovano, quindi questo sfruttamento avrà mai fine?
Luca Manzini 3A