
“E questo corpo enorme, che noi chiamiamo terra,
ferito nei suoi organi dall’Asia all’Inghilterra”
Ermal Meta e Fabrizio Moro, “Non mi avete fatto niente”, Sanremo 2018
Ci chiamano la generazione del vuoto cosmico; interessati soltanto alle cose più effimere. Ci chiamano la generazione delle gobbe alla Leopardi, non a causa del troppo studio, ma dei cellulari; la generazione che non ha voglia di fare e niente da dare. Ci chiamano sfaticati: “ah ma questi giovani di oggi non conoscono la parola rispetto”. Ci chiamano sordi, sempre con le cuffie alle orecchie. Ci chiamano muti, non parliamo mai. Velleitari, asociali, apatici, poco intelligenti, irrispettosi, sordi e pure muti.
Non pensate che, forse, se mettiamo le cuffie nelle orecchie è per non sentirvi? Noi parliamo, urliamo, facciamo sentire la nostra voce, lo facciamo costantemente, urliamo quando stiamo in silenzio, quando fissiamo il vuoto, ma nessuno ci ascolta… Nessuno ci ascolta e quindi noi, in qualche modo, la vostra attenzione la dobbiamo catturare. Siamo presi in considerazione solo quando compiamo gesti sbagliati, così che si parli di noi, che siamo sognatori, che ogni volta che vediamo un fiore, esprimiamo un desiderio per petalo, che siamo il futuro, la speranza.
Si parli di noi che siamo fatti di quei sogni, viviamo per un futuro migliore. E quando vediamo quel futuro volare via senza lasciare traccia, urliamo. Se continuiamo di questo passo, tra un lasso di tempo non così lontano da come pensate, un posto in cui vivere, non ce l’avremo più.
La Terra è in pericolo, ha bisogno del nostro intervento.
Il numero degli studiosi allarmati per lo stato del pianeta cresce ogni giorno. Il sovrasfruttamento dell’acqua, della terra per la produzione degli alimenti, del petrolio, del gas, sono solo alcuni tra i molteplici fattori che stanno contribuendo alla distruzione della nostra Terra. Negli ultimi anni, tanti cittadini stanno prendendo consapevolezza della situazione.
Sono state organizzate numerose proteste, che vedono come protagonisti i giovani. Un’altra delle problematiche salienti, protagoniste di questo periodo storico, è la deforestazione. Le foreste sono fondamentali per garantire il perfetto equilibrio di cui la Terra ha bisogno: forniscono protezione, costituiscono il nutrimento di tutti gli esseri viventi, e sono per noi importanti anche dal punto di vista psicologico: è infatti provato che trascorrere del tempo nella natura sia distensivo e rigenerante per l’uomo, riduca le ansie, lo stress e, chiaramente, garantisca una migliore respirazione. Uno degli aspetti peculiari più importanti delle piante è il fatto che, attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, sprigionino ossigeno. Infatti, durante tale processo, con la mediazione della clorofilla, la luce del sole permette di convertire sei molecole di anidride carbonica e sei molecole d’acqua in una molecola di glucosio. Si producono successivamente, come sottoprodotto della reazione, sei molecole di ossigeno, che la pianta libera nell’atmosfera attraverso gli stomi presenti su ciascuna foglia.
Il problema della deforestazione non è presente in maniera omogenea in tutte le aree del Pianeta, ma in particolare in quelle che forniscono legno pregiato, che nella maggior parte dei casi, sono quelle più ricche di biodiversità, come ad esempio le foreste pluviali e tropicali. Negli ultimi 30 anni, la superficie forestale si è ridotta di oltre 420 milioni di ettari, con un ritmo di circa 4,7 milioni di ettari all’anno. Per far fronte a tale problema, numerose associazioni come WWF si impegnano, anno dopo anno, piantando nuovi arbusti.
Sono fermamente convinta che ognuno, nel suo piccolo, possa mettere i cerotti alle ferite della Terra, che in fondo, sono anche le nostre.
Non ammoniteci, insegnateci.
Non costruite muri, abbatteteli.
Non spegnete la nostra voce, urlate con noi.
Non lasciateci lottare da soli, abbiamo bisogno di voi.
Erika Faruolo 2S